Le giornate sempre più lunghe e calde, la primavera che ormai dura sempre meno… e, all’improvviso, ci ritroviamo a dover abbandonare i nostri amati capi in lana per far spazio a capi leggeri e freschi.
Ma prima di metterli a riposare negli armadi e nei cassetti per mesi, io dedico ai miei pullover, scialli e fratelli un’accurata routine di “bellezza” che mi permetterà di ritrovarli come nuovi in autunno.
Primo step: guarda con attenzione e sistema
Per prima cosa giro e rigiro i miei capi alla ricerca di un possibile filo tirato, di una macchiolina, di una codina sfuggita, di un bottone che si è allentato… insomma di quei piccoli difetti che possono saltar fuori dopo settimane di indosso e vita vissuta. A quel punto sistemo ciò che devo e poi passo alla fase due.
Secondo step: il rasalana
Ora, confesso di avere un debole per il rasalana! Lo uso spesso anche durante l’inverno, prima di indossare un capo. Trovo che, con pochissimo impegno, tolga quell’aria stanca e “usata” ai pullover.
Lo scorso anno ne ho acquistato uno nuovo che è andato a rimpiazzare il mio vecchio (diciamo quasi trentenne!) rasalana che andava a corrente o batteria. Questo nuovo è un gioiellino: un levapelucchi ricaricabile con la usb, piccolo, maneggevole, leggero. Un piccolo balzo per la tecnologia, un grande balzo per ninalou!

Terzo step: bagno rigenerante
Esistono in commercio moltissimi prodotti specifici per lavare la lana e le fibre delicate e preziose come il cashmere o l’alpaca e sicuramente anche voi avrete il vostro prodotto preferito. Io ho trovato un ottimo rapporto qualità/prezzo e completezza nella linea di Nuncas. Inoltre io non amo molto le profumazioni forti ed insistenti di molti detersivi e ho trovato questi prodotti adatti al mio olfatto forse un po’ troppo sensibile. La routine di lavaggio dei miei capi handknitted è generalmente questa…
Durante la stagione lavaggi regolari con Wool 1 e, occasionalmente, un secondo lavaggio con Wool 2, una sorta di balsamo ristrutturante che non prevede risciacquo. Se voglio fare un semplice lavaggio spesso metto il capo in lavatrice. So che a molt* farà strano, ma ormai le lavatrici moderne hanno programmi appositi che regolano temperatura e giri di centrifuga in maniera ottimale.
Ad inizio e fine stagione lavaggio con Wool 1 e poi un bel bagnetto con Sfeltro. Questo prodotto non fa miracoli, ma riesce a distendere le fibre e a ridurre certi infeltrimenti che si creano dove i capi sono più soggetti a sfregamento (ad esempio sottoascella). Ho provato che l’effetto è migliore se si “aiutano” con delicatezza le fibre a distendersi mentre sono in ammollo con Sfeltro.
Quindi, prima di essere riposto per l’estate, il mio capo in lana passa attraverso Wool 1 e Sfeltro. Io riempio un catino di acqua tiepida, verso il detersivo e lo disciolgo accuratamente. Solo dopo immergo il capo e lo lascio in ammollo una decina di minuti. Questi passaggi mi permettono di avere più controllo della temperatura dell’acqua. Stesso principio vale per i risciacqui. Ovvero, tolgo il capo dal catino, cambio l’acqua e reimmergo il capo. Muovo delicatamente il capo per qualche momento e poi ricomincio, finché l’acqua non risulta pulita. Sfeltro invece, come detto, non ha bisogno di risciacquo
Quarto e ultimo step: asciugatura e sistemazione
Come sempre, i capi lavorati a mano devo essere asciugati in piano. Per prima cosa strizzo il grosso dell’acqua in eccesso tamponando in (tanti) asciugamani puliti. Poi li appoggio su di una superficie piana, come ad esempio il materassino da yoga, sulla quale ho messo l’ennesimo asciugamano asciutto… Se posso, lascio asciugare all’aperto, ma mai al sole diretto per evitare macchie e scolorimento.
Voi direte: ma un bel giro in asciugatrice? E io non so che rispondervi, perché non ce l’ho e quindi non saprei se fidarmi. Fate secondo le vostre abitudini.
Ricordate di bloccare i capi che ne hanno particolare necessità, tipo gli scialli!

Quando i capi sono belli puliti e asciutti è tempo di riporli negli armadi o nei cassetti, che devono essere a loro volta ben puliti. Io sono solita svuotare completamente i cassetti e lavarli con un detergente delicato, così tolgo l’odore di “chiuso” e mi assicuro che non ci siano muffe o insettini.
E qui si deve parlare di antitarme! Perché, diciamocelo, l’incubo di ogni knitter è aprire l’armadio e scoprire che le terribili tarme hanno pasteggiato col nostro maglione preferito…
Quindi bisogna prevenire con profumatori repellenti da infilare tra i capi. Sicuramente ci sono prodotti da supermercato che svolgono bene questo compito ma io preferisco rivolgermi alla Natura.
Principalmente perché, come ho detto, non amo gli odori troppo forti escludo da sempre la canfora, anche se viene considerata l’antitarme per eccellenza. Invece adoro profumo e fiore della lavanda e non mi faccio mai mancare una bella pianta da coltivare sul terrazzo. Quando i fiori sono all’apice della fioritura li taglio, li raccolgo in mazzetti piccoli e li metto a seccare a testa in giù. Quando sono completamente secchi (residui di umidità potrebbero farli marcire e causare muffe) li raccolgo in barattoli di vetro con tappo ermetico per preservarne l’aroma e li conservo al buio. Ho così sempre la mia scorta di profumo di primavera
Se preferite potete seguire lo stesso procedimento utilizzando la buccia degli agrumi.
Preparo quindi un mix di lavanda (molta!) e pochi chiodi di garofano. Lo divido in più sacchetti di organza (ma va benissimo anche del cotone, purché sia leggero abbastanza da far passare il profumo e compatto a sufficienza da non far uscire piccole parti) e li distribuisco fra i capi.


Prendermi cura dei capi che amo e sui quali ho investito tempo e attenzione è il miglior modo di prolungarne la vita e la bellezza e dare valore al mio lavoro.
Spero che queste informazioni possano esservi utili. Se avete dubbi o curiosità potete scrivermi qui nei commenti oppure scrivermi su Instagram

E nel frattempo ho già un nuovo piccolissimo raccolto di lavanda da far essiccare …
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